La comitiva della quale facevo parte (i miei compagni di scuola del IV scientifico e le varie sorelle degli amici e le amichette che frequentavano la scuola femminile limitrofa alla nostra) mi fecero una festa a sopresa. A loro ero noto come l'intellettuale (apolitico) che vagava senza una mèta fissa, completamente distratto dalle sue forti curiosità scientifiche, insomma lo scienziato pazzo del gruppo. Non nego che la cosa mi faceva piacere anche perché un pò scienziato mi ci sentivo: avevo approntato un piccolo laboratorio di chimica a casa, con grande gioia dei miei genitori che quotidianamente sottoponevo ad odori insopportabili e con la lezione serale (mi ascoltava solo papà perché mamma aveva la scusa che doveva cucinare per la cena) nella quale spiegavo tutto ciò che avevo fatto e perché accadevano certi fenomeni, il tutto corredato da formule ed equazioni. Avevo anche una megalavagna che avevo appeso al muro dello studio e dove scrivevo le mie elucubrazioni e dimostrazioni. Insomma ero sulla buona strada per dare i numeri, cosa che poi ho fatto e faccio ancora oggi.
Tornando alla festa a sorpresa, oltre al golf di cashmere blu, a qualche libro (naturalmente dai contenuti scientifici), a qualche disco (i vecchi 45 giri), la mia amichetta (solo amichetta!) prediletta, Laura, si presentò con un pacchetto dalle dimensioni che facevano sospettare un profumo. L'aprii e ..., meraviglia delle meraviglie, comparve una pipa (la marca era "canta la raganella") che ancora conservo e che ogni tanto fumacchio, anche per ricordare i trascorsi tempi beati dell'incoscienza. La motivazione del regalo era che ad un tipo come me, un pò trasognato, la pipa stava bene.
Come tutte le cose che ho sempre fatto, mi documentai (allora non c'era internet, ahimè), comprando libri (Rizzoli a Galleria Colonna, ora non c'è più) e abbonandomi alla rivista il "club della pipa" presso la tabaccheria "Fincato" (sicuramente conosciuta dagli amatori del bel fumo).
Dopo i primi approcci, sicuramente poco incoraggianti, cominciai ad avere le prime soddisfazioni, tanto è vero che dopo poco tempo comprai la seconda pipa, poi la terza. Oggi sono arrivato a 72 (leggasi ben settantadue), tra mediocri, buone e buonissime (senza contare quelle rotte e perse). Ce ne sono anche due fatte da me con legno di ciliegio (una vera e propria schifezza che, comunque, qualche volta - raramente - mi ostino a fumare perché "cavolo" - dico io - "prima o dopo dovranno pure regalarmi qualche minima soddisfazione", fosse solo per l'amore e la cura con le quali le avevo costruite (anche se sono venute decisamente bruttine).
Così è iniziata la mia avventura con il fumo. Tra cinque anni farò le nozze d'oro (speriamo!) con questa mia passioncella.

Come ebbe a dire il prof. Eppe Ramazzotti (che ha scritto vari libri sull'arte del fumare la pipa - libri che ho e sono preziosi perché non si trovano più) "la pipa è assimilabile ad una bella donna" e come la donna va coccolata, tenuta tra le mani con passione, curata e più la si tiene in considerazione più ti è fedele e ti rende momenti di piacere e di felicità.
E fumare la pipa mi ha spesso regalato profonde ed intense emozioni.

Come tutte le cose che ho sempre fatto, mi documentai (allora non c'era internet, ahimè), comprando libri (Rizzoli a Galleria Colonna, ora non c'è più) e abbonandomi alla rivista il "club della pipa" presso la tabaccheria "Fincato" (sicuramente conosciuta dagli amatori del bel fumo).

Così è iniziata la mia avventura con il fumo. Tra cinque anni farò le nozze d'oro (speriamo!) con questa mia passioncella.
Come ebbe a dire il prof. Eppe Ramazzotti (che ha scritto vari libri sull'arte del fumare la pipa - libri che ho e sono preziosi perché non si trovano più) "la pipa è assimilabile ad una bella donna" e come la donna va coccolata, tenuta tra le mani con passione, curata e più la si tiene in considerazione più ti è fedele e ti rende momenti di piacere e di felicità.
E fumare la pipa mi ha spesso regalato profonde ed intense emozioni.
1 commento:
72 pipe, che invidia!
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