Papa Benedetto XVI è stato invitato dal Magnifico Rettore alla Sapienza per l'inaugurazione dell'anno accademico. Professori e studenti (pochi in realtà) protestano contro la visita. Scienza vs religione: polemiche giuste o sterili?
Quando ho letto questa notizia, successivamente confernata dai vari telegiornali, al di là di quanto hanno detto i vari politici, non nego che sono rimasto con gli occhi fissi al televisore senza più percepire quanto veniva detto. Un lieve formicolio cerebrale mi stava avvertendo che la miriade di pensieri che si accavallavano nella mia mente erano fortemente in contrasto tra di loro e la velocità con la quale si presentavano era superiore a quella con la quale riuscivo a metabolizzarli e farne dei pensieri compiuti e corretti.
Mi sono scosso per tornare alla realtà, mi sono alzato dalla poltrona e sono andato a bere un'aranciata, almeno per rinfrescarmi dato che sul viso erano apparsi dei lievi rossori. Impotenza a poter dire tutto quello che avevo prodotto con i miei pensieri con poche parole e rabbia per essere così limitato. Poi, pensandoci mi sono reso conto che la nostra natura fa viaggiare il cervello a velocità inaudite, ma per coordinare i pensieri che arrivano, anche se non richiesti, vanno razionalizzati per dare un senso logico a ciò che si vuol dire. Il famoso conta fino a dieci prima di parlare.
Ho voluto aspettare volutamente un pò di tempo per far decantare, con ritmo pacato, l'effetto-notizia in modo da affrontare e discutere con più distacco la questione.
Allora, io sono un fisico-matematico, lo sono nel più profondo del mio essere. Tutto ciò che accade attorno a me ed anche al di fuori del mio campo di influenza viene sempre analizzato con quel trattamento razionale proprio della mentalità scientifica. Ci ho sempre creduto e ci crederò sempre al fatto che nella scienza risiede la verità.
Sono partito da lontano: la mia mente mi ha riportato alle crociate. Che tragedia per la cristianità, e tutto in nome del nostro Dio. Guerre, uccisioni, distruzioni ... una vergogna, ma ... . Sì, il "ma" ci vuole perché, in quei tempi (medioevo), l'arte della guerra fra i popoli era una necessità della cultura occidentale. Necessità da denigrare, certo, ma con la coscienza di oggi e con la crescita sociale che lentamente si è andata ad affermare nei vari secoli. Ma a quei tempi? I pacifisti, ammesso che ve ne siano stati, erano considerati dei deboli e/o dei miscredenti, per nulla attaccati alla propria fede fino ad arrivare a crederli eretici. E sappiamo che fine facevano coloro che erano considerati eretici. Altra tragedia umana!
Dalle crociate sono andato a finire a Galilei (chissà perché tutti lo chiamano per nome: Galileo, come se Newton lo dovessimo indicare con Isacco). Il metodo sperimentale da lui introdotto con intuito ammirevole, degno di un'intelligenza sicuramente superiore, ha costituito certamente l'ingresso in quella che può ritenersi la scienza moderna. Eppure, malgrado le sue prove scientifiche e le sue convinzioni, la Chiesa lo dichiarò eretico. Altra grande tragedia umana! Il suo abiurare non fu una sconfitta per l'uomo che, comunque, aveva intuito la verità, ma per la Chiesa che non era stata in grado di seguire lo sviluppo della scienza che, ormai, stava, sempre più velocemente, affacciandosi verso nuovi ed interessanti orizzonti di conoscenza.
Dopo Galilei, mi è tornata in mente la scuola che mi vide prendere il diploma di maturità scientifica. Era una scuola cattolica dalle grandi tradizioni culturali, naturalmente molto orientata alla cultura classica, ma dotata di insegnanti di matematica e fisica di tutto rispetto e che mi hanno fornito una formazione scientifica invidiabile (il mio primo esame di analisi matematica all'Università lo superai studiando per 13 giorni, grazie alle conoscenze che avevo acquisito nella scuola che mi aveva formato (la scuola è, per i curiosi, la Pontificia Scuola Pio IX, di Roma). Lì ebbi, da insegnante (ci sono tornato, come docente, dopo la laurea in matematica), un grande scontro con un frate sulla questione dell'origine della vita. Avevo parlato della teoria evoluzionistica di Darwin circa l'evoluzione della specie, affrontando anche il problema dal punto di vista filosofico. Fui additato come eretico da quel frate che fece scoppiare un putiferio. Mi diedi malato per due giorni nei quali preparai una risposta a dir poco tagliente, lunga 36 pagine (peccato che è andata smarrita) nella quale rispondevo a tutte le accuse mosse contro la mia iniziativa e dando, inoltre, ampia dimostrazione della retrogradezza dei pensieri ecclesistici in merito alla questione. Il documento lo consegnai a tutti i docenti, frati inclusi. Il preside mi chiamò pregandomi di soprassedere, giustificando il frate accusatore/inquisitore sostenendo che io avevo male interpretato le sue parole. E' un classico! Ma lui non voleva minimamente offenderti, voleva solo affermare che le cose andrebbero dette con rispetto dei libri sacri (la Bibbia nella fattispecie). La cosa si andò a smorzare in pochi giorni, anzi quel frate, nei nostri incontri di lavoro, si dimostrò sempre molto cordiale e cortese, come se nulla fosse accaduto. Questo fatto mi diede coscienza che la cultura scientifica, benché fossimo stati alla fine de '900, avrebbe dovuto ancora combattere aspre battaglie contro l'ottusità e la cecità della Chiesa. Cosa che, in più occasioni, si è verificata (clonazione, cellule staminali, tanto per dirne alcune). Ma possibile che le grandi idee debbano sempre trovare avversione da chi non capisce? E' la paura di perdere il potere!
Le grandi lotte sociali ci hanno portato, poi, a conquistare la dignità umana per ogni essere vivente (ciò non era plausibile nel medioevo dove per il solo fatto di appartenere ad un feudo il signore aveva potere di vita e di morte su ogni suo dipendente (ricorda lo jus primae noctis). Questa dignità umana è oggi una importante conquista, anche se in molte parti del pianeta ancora c'è molto da sistemare. Ieri lo Stato Pontificio tagliava le teste a quegli sciagurati che osavano ribellarsi perché tutto doveva rimanere immobile, nessuna discussione sull'operato ecclesiastico, tutto fermo senza progresso! Eh, sì! La Chiesa ne ha combinate proprio tante e tutte in nome di Nostro Signore.
Ho voluto appositamente fare questi flash mentali per chiarire che forse sono un pò prevenuto verso tutto ciò che rappresenta la Chiesa, ma la Chiesa è fatta da uomini e, quindi, i miei dubbi e perplessità sono a loro rivolte. Perché non trovare il coraggio di riconoscere i propri limiti ed errori e mettersi in discussione per ricostruire un'altra Chiesa più moderna, più vicina alle esigenze della gente che soffre. La preghiera sarà pure importante, ma i poveri non mangiano con le preghiere. Gli ori che penzolano al collo di quel certo cardinale X che alimentano di luce gialla la sua mano con riflessi diamantini, potrebbero sostenere la famiglia Y a campare meglio, e così via. Io qui non trovo il Verbo di Dio, la pietà umana, la dignità, l'amore verso il prossimo, ecc. ecc.. Ma le parole di Cristo a chi erano rivolte?
Eppure, malgrado l'ormai dichiarata ostilità verso la tonaca ecclesistica (n.b. - ho anche amici tra costoro, ma queste sono persone eccezionali che poco hanno da spartire con chi ho indicato precedentemente), sono rimasto sbalordito davanti ad un atteggiamento così forte assunto dai docenti della facoltà di fisica. Non mi meravigliano gli studenti che goliardicamente hanno aderito all'iniziativa dei professori. Giustificati dal prof. Odifreddi, che stimo come docente, non sono giustificati da me se non per la loro pochezza intellettuale e l'entusiasmo giovanile che, quasi sempre, non si accompagna alla saggezza ed al savoir faire.
Ho ascoltato le ragioni del prof. Cini, insigne professore di fisica teorica (ho un suo libro, splendido per chiarezza e altamente educativo per la formazione di uno scienziato) e le ho condivise praticamente in modo totale. Ma da quando ho avuto modo di sentire dai mass media e di leggere sui giornali mi è parso che ben pochi ci hanno capito qualcosa. Ed è stata subito polemica. In effetti, ciò che ha scatenato la sua reazione epistolare è dovuto al fatto che è giunto, ormai, il momento di dire basta all'ingerenza ecclesistica, che più volte si è dimostrata cieca e spesso ostile ai progressi scientifici. Il Magnifico Rettore, in effetti, non ha azzeccato il momento propizio per l'intervento del Sommo Pontefice che, in altra occasione, avrebbe potuto essere invitato senza originare un così triste evento.
Diciamo che l'uomo-scienziato, al di là della sua fede, proprio per tante ragioni, tra le quali quelle citate all'inizio del mio scritto, ha un pò il dente avvelenato con la Chiesa o meglio con il simbolo-Chiesa ed il Papa rappresenta il suo maggiore esponente.
Forse sarebbe stato meglio invitare il Papa non come Capo della cristianità, ma come professore. Eh, sì! Il prof. Ratzinger avrebbe avuto tutt'altro spessore. Grande teologo, uomo di ricerca della verità; praticamente uno scienziato (a modo suo). A questo punto sarebbe stato anche interessante il confronto con il suo metodo di ricerca prettamente dogmatico e quello scientifico di stile galileiano.
La ricerca della verità resta, comunque, lo scopo più nobile che la mente umana possa perseguire.
A cose fatte, in ogni modo, la contestazione andava rivolta non al Papa, ma al Magnifico Rettore che non è stato brillante nella sua scelta del momento e, comunque, un'opposizione così accanita alla visita del Capo della Chiesa è fuori luogo ed offensiva verso chi, invece, avrebbe gradito tale presenza. S'è vista, purtroppo, ancora una volta vincere l'arroganza e l'ignoranza dei modi.
Si sarebbe potuto far presente al Sommo Pontefice, qualora avesse aderito all'invito, l'imbarazzo del mondo scientifico e la critica sull'opportunità di tale invito adducendo le valide motivazioni che sono state sbandierate in modo grottesco e disordinato dagli "oppositori".
D'altra parte, il discorso che il Papa avrebbe fatto non mi pare offendesse i principi - sacrosanti e da difendere sempre - propri della scienza e della ricerca.
In conclusione:
- giusta la lettera del prof. Cini;
- errato il momento scelto dal Magnifico Rettore;
- errato l'obiettivo della contestazione;
- caduta (preoccupante) di stile da parte del monto accademico;
- errato il comportamento degli studenti (purtroppo è il frutto degli insegnamenti della nostra scuola ..., quindi ... mea culpa);
- giusta la rinuncia del Papa a non partecipare all'evento;
- giusta la divulgazione del suo discorso (così qualcuno ci può riflettere sopra e crescere).
Quando ho letto questa notizia, successivamente confernata dai vari telegiornali, al di là di quanto hanno detto i vari politici, non nego che sono rimasto con gli occhi fissi al televisore senza più percepire quanto veniva detto. Un lieve formicolio cerebrale mi stava avvertendo che la miriade di pensieri che si accavallavano nella mia mente erano fortemente in contrasto tra di loro e la velocità con la quale si presentavano era superiore a quella con la quale riuscivo a metabolizzarli e farne dei pensieri compiuti e corretti.
Mi sono scosso per tornare alla realtà, mi sono alzato dalla poltrona e sono andato a bere un'aranciata, almeno per rinfrescarmi dato che sul viso erano apparsi dei lievi rossori. Impotenza a poter dire tutto quello che avevo prodotto con i miei pensieri con poche parole e rabbia per essere così limitato. Poi, pensandoci mi sono reso conto che la nostra natura fa viaggiare il cervello a velocità inaudite, ma per coordinare i pensieri che arrivano, anche se non richiesti, vanno razionalizzati per dare un senso logico a ciò che si vuol dire. Il famoso conta fino a dieci prima di parlare.
Ho voluto aspettare volutamente un pò di tempo per far decantare, con ritmo pacato, l'effetto-notizia in modo da affrontare e discutere con più distacco la questione.
Allora, io sono un fisico-matematico, lo sono nel più profondo del mio essere. Tutto ciò che accade attorno a me ed anche al di fuori del mio campo di influenza viene sempre analizzato con quel trattamento razionale proprio della mentalità scientifica. Ci ho sempre creduto e ci crederò sempre al fatto che nella scienza risiede la verità.
Sono partito da lontano: la mia mente mi ha riportato alle crociate. Che tragedia per la cristianità, e tutto in nome del nostro Dio. Guerre, uccisioni, distruzioni ... una vergogna, ma ... . Sì, il "ma" ci vuole perché, in quei tempi (medioevo), l'arte della guerra fra i popoli era una necessità della cultura occidentale. Necessità da denigrare, certo, ma con la coscienza di oggi e con la crescita sociale che lentamente si è andata ad affermare nei vari secoli. Ma a quei tempi? I pacifisti, ammesso che ve ne siano stati, erano considerati dei deboli e/o dei miscredenti, per nulla attaccati alla propria fede fino ad arrivare a crederli eretici. E sappiamo che fine facevano coloro che erano considerati eretici. Altra tragedia umana!
Dalle crociate sono andato a finire a Galilei (chissà perché tutti lo chiamano per nome: Galileo, come se Newton lo dovessimo indicare con Isacco). Il metodo sperimentale da lui introdotto con intuito ammirevole, degno di un'intelligenza sicuramente superiore, ha costituito certamente l'ingresso in quella che può ritenersi la scienza moderna. Eppure, malgrado le sue prove scientifiche e le sue convinzioni, la Chiesa lo dichiarò eretico. Altra grande tragedia umana! Il suo abiurare non fu una sconfitta per l'uomo che, comunque, aveva intuito la verità, ma per la Chiesa che non era stata in grado di seguire lo sviluppo della scienza che, ormai, stava, sempre più velocemente, affacciandosi verso nuovi ed interessanti orizzonti di conoscenza.
Dopo Galilei, mi è tornata in mente la scuola che mi vide prendere il diploma di maturità scientifica. Era una scuola cattolica dalle grandi tradizioni culturali, naturalmente molto orientata alla cultura classica, ma dotata di insegnanti di matematica e fisica di tutto rispetto e che mi hanno fornito una formazione scientifica invidiabile (il mio primo esame di analisi matematica all'Università lo superai studiando per 13 giorni, grazie alle conoscenze che avevo acquisito nella scuola che mi aveva formato (la scuola è, per i curiosi, la Pontificia Scuola Pio IX, di Roma). Lì ebbi, da insegnante (ci sono tornato, come docente, dopo la laurea in matematica), un grande scontro con un frate sulla questione dell'origine della vita. Avevo parlato della teoria evoluzionistica di Darwin circa l'evoluzione della specie, affrontando anche il problema dal punto di vista filosofico. Fui additato come eretico da quel frate che fece scoppiare un putiferio. Mi diedi malato per due giorni nei quali preparai una risposta a dir poco tagliente, lunga 36 pagine (peccato che è andata smarrita) nella quale rispondevo a tutte le accuse mosse contro la mia iniziativa e dando, inoltre, ampia dimostrazione della retrogradezza dei pensieri ecclesistici in merito alla questione. Il documento lo consegnai a tutti i docenti, frati inclusi. Il preside mi chiamò pregandomi di soprassedere, giustificando il frate accusatore/inquisitore sostenendo che io avevo male interpretato le sue parole. E' un classico! Ma lui non voleva minimamente offenderti, voleva solo affermare che le cose andrebbero dette con rispetto dei libri sacri (la Bibbia nella fattispecie). La cosa si andò a smorzare in pochi giorni, anzi quel frate, nei nostri incontri di lavoro, si dimostrò sempre molto cordiale e cortese, come se nulla fosse accaduto. Questo fatto mi diede coscienza che la cultura scientifica, benché fossimo stati alla fine de '900, avrebbe dovuto ancora combattere aspre battaglie contro l'ottusità e la cecità della Chiesa. Cosa che, in più occasioni, si è verificata (clonazione, cellule staminali, tanto per dirne alcune). Ma possibile che le grandi idee debbano sempre trovare avversione da chi non capisce? E' la paura di perdere il potere!
Le grandi lotte sociali ci hanno portato, poi, a conquistare la dignità umana per ogni essere vivente (ciò non era plausibile nel medioevo dove per il solo fatto di appartenere ad un feudo il signore aveva potere di vita e di morte su ogni suo dipendente (ricorda lo jus primae noctis). Questa dignità umana è oggi una importante conquista, anche se in molte parti del pianeta ancora c'è molto da sistemare. Ieri lo Stato Pontificio tagliava le teste a quegli sciagurati che osavano ribellarsi perché tutto doveva rimanere immobile, nessuna discussione sull'operato ecclesiastico, tutto fermo senza progresso! Eh, sì! La Chiesa ne ha combinate proprio tante e tutte in nome di Nostro Signore.
Ho voluto appositamente fare questi flash mentali per chiarire che forse sono un pò prevenuto verso tutto ciò che rappresenta la Chiesa, ma la Chiesa è fatta da uomini e, quindi, i miei dubbi e perplessità sono a loro rivolte. Perché non trovare il coraggio di riconoscere i propri limiti ed errori e mettersi in discussione per ricostruire un'altra Chiesa più moderna, più vicina alle esigenze della gente che soffre. La preghiera sarà pure importante, ma i poveri non mangiano con le preghiere. Gli ori che penzolano al collo di quel certo cardinale X che alimentano di luce gialla la sua mano con riflessi diamantini, potrebbero sostenere la famiglia Y a campare meglio, e così via. Io qui non trovo il Verbo di Dio, la pietà umana, la dignità, l'amore verso il prossimo, ecc. ecc.. Ma le parole di Cristo a chi erano rivolte?
Eppure, malgrado l'ormai dichiarata ostilità verso la tonaca ecclesistica (n.b. - ho anche amici tra costoro, ma queste sono persone eccezionali che poco hanno da spartire con chi ho indicato precedentemente), sono rimasto sbalordito davanti ad un atteggiamento così forte assunto dai docenti della facoltà di fisica. Non mi meravigliano gli studenti che goliardicamente hanno aderito all'iniziativa dei professori. Giustificati dal prof. Odifreddi, che stimo come docente, non sono giustificati da me se non per la loro pochezza intellettuale e l'entusiasmo giovanile che, quasi sempre, non si accompagna alla saggezza ed al savoir faire.
Ho ascoltato le ragioni del prof. Cini, insigne professore di fisica teorica (ho un suo libro, splendido per chiarezza e altamente educativo per la formazione di uno scienziato) e le ho condivise praticamente in modo totale. Ma da quando ho avuto modo di sentire dai mass media e di leggere sui giornali mi è parso che ben pochi ci hanno capito qualcosa. Ed è stata subito polemica. In effetti, ciò che ha scatenato la sua reazione epistolare è dovuto al fatto che è giunto, ormai, il momento di dire basta all'ingerenza ecclesistica, che più volte si è dimostrata cieca e spesso ostile ai progressi scientifici. Il Magnifico Rettore, in effetti, non ha azzeccato il momento propizio per l'intervento del Sommo Pontefice che, in altra occasione, avrebbe potuto essere invitato senza originare un così triste evento.
Diciamo che l'uomo-scienziato, al di là della sua fede, proprio per tante ragioni, tra le quali quelle citate all'inizio del mio scritto, ha un pò il dente avvelenato con la Chiesa o meglio con il simbolo-Chiesa ed il Papa rappresenta il suo maggiore esponente.
Forse sarebbe stato meglio invitare il Papa non come Capo della cristianità, ma come professore. Eh, sì! Il prof. Ratzinger avrebbe avuto tutt'altro spessore. Grande teologo, uomo di ricerca della verità; praticamente uno scienziato (a modo suo). A questo punto sarebbe stato anche interessante il confronto con il suo metodo di ricerca prettamente dogmatico e quello scientifico di stile galileiano.
La ricerca della verità resta, comunque, lo scopo più nobile che la mente umana possa perseguire.
A cose fatte, in ogni modo, la contestazione andava rivolta non al Papa, ma al Magnifico Rettore che non è stato brillante nella sua scelta del momento e, comunque, un'opposizione così accanita alla visita del Capo della Chiesa è fuori luogo ed offensiva verso chi, invece, avrebbe gradito tale presenza. S'è vista, purtroppo, ancora una volta vincere l'arroganza e l'ignoranza dei modi.
Si sarebbe potuto far presente al Sommo Pontefice, qualora avesse aderito all'invito, l'imbarazzo del mondo scientifico e la critica sull'opportunità di tale invito adducendo le valide motivazioni che sono state sbandierate in modo grottesco e disordinato dagli "oppositori".
D'altra parte, il discorso che il Papa avrebbe fatto non mi pare offendesse i principi - sacrosanti e da difendere sempre - propri della scienza e della ricerca.
In conclusione:
- giusta la lettera del prof. Cini;
- errato il momento scelto dal Magnifico Rettore;
- errato l'obiettivo della contestazione;
- caduta (preoccupante) di stile da parte del monto accademico;
- errato il comportamento degli studenti (purtroppo è il frutto degli insegnamenti della nostra scuola ..., quindi ... mea culpa);
- giusta la rinuncia del Papa a non partecipare all'evento;
- giusta la divulgazione del suo discorso (così qualcuno ci può riflettere sopra e crescere).
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